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Il linguaggio naturale e il linguaggio matematico sono divergenti ma isomorfi: in questo modo il nome e il numero sono nello stesso tempo isomorfi e completamente differenti per quanto riguarda l'approccio al reale. Tuttavia essi funzionano in maniera sinergica, come se il linguaggio naturale desse "consistenza" ad una matematica troppo povera dal punto di vista della consistenza immaginaria. Wittgenstein riesce così a trattare i vari concetti fondamentali della matematica attraverso un'analisi del linguaggio; mentre le scienze contemporanee utilizzano i numeri per avvicinarsi ad una supposta verità, ma poi abbisognano delle parole per creare delle narrazioni efficaci e persuasive. Termini come punto, linea, retta, triangolo, teorema, dimostrazione, assioma non sono che delle approssimazioni o dei "fantasmi" che acquisiscono via via una propria consistenza ontologica grazie al linguaggio naturale che ne fa dei personaggi di una "storia".