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La versione inglese di "La dura prova della Resistenza" è stata portata a termine nella primavera del 2013. Da allora, le sue valutazioni circa il corso degli eventi, purtroppo per il popolo greco, sono state confermate persino nei dettagli. Nonostante quanto molti dell'establishment, greco e internazionale, continuino a sostenere, la situazione in Grecia ha portato ad un vero e proprio disastro sociale ed economico. Scrivevamo, quattro anni fa, cercando di chiarire quello che ci accadeva: «Agli inizi del 2010, in quei giorni agitati in Grecia che precedettero il memorandum, la sinistra sollevava, tra le altre, le questioni seguenti. In primo luogo: la politica allora preannunciata non concerneva la maniera di affrontare il debito pubblico, ma la liquidazione della classe operaia, con l'imposizione di misure che la borghesia greca perseguiva da decenni. In secondo luogo: il fallimento sarebbe sopravvenuto proprio in ragione dell'applicazione delle misure, che avrebbero portato l'economia greca, con esattezza matematica, in un vortice recessivo mortale. In terzo luogo: il governo aveva consapevolmente coinvolto il popolo greco in un'avventura distruttiva offrendo con grande solerzia al capitale europeo la possibilità di avere una cavia ideale, che apriva dovunque in Europa la strada all'imposizione delle politiche di classe più selvagge che un intero secolo abbia mai conosciuto. In quarto luogo: la grecizzazione dei problemi, nel momento in cui chiaramente ci troviamo all'interno di una crisi mondiale del capitalismo che si rivelerà - è molto probabile - di importanza storica per il cammino dell'umanità, li rendeva assolutamente irrisolvibili». Il corso degli eventi ha dimostrato che la sinistra aveva ragione nelle sue valutazioni iniziali. E diceva ancora poco, potremmo aggiungere oggi.