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Al Partito d'azione la storiografia italiana del dopoguerra ha riservato una valutazione pregiudizialmente favorevole, vedendovi l'alfiere di uno spirito resistenziale e repubblicano. Assai meno benevolo il giudizio sul Partito liberale guidato da Benedetto Croce, percepito come intrinsecamente conservatore. In realtà la questione è assai più complicata di questa prima lettura. L'intento di questo libro, rielaborazione di una tesi di laurea discussa nella prestigiosa "Cesare Alfieri" di Firenze a metà degli anni Settanta, è indagare il complesso rapporto di odio e amore tra cultura liberale e azionismo, nella consapevolezza che assieme alle distanze esistevano molti punti di vicinanza e di contatto.