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L'autrice di questi versi ha chiarissimi i tempi che stiamo vivendo: "Forse la notte / ha perduto la sua cetra / lungo i sentieri / che ci portano al mare", fatichiamo a udire il canto in ciò che si appresta a finire. Sono tempi in cui si ha paura del buio e non si conosce la luce. E il problema non sta in cielo; sta in noi che lo ignoriamo: "Ma negli occhi le ultime stelle / mi dicono l'aurora". Non si ha timore della notte, se si sono amate le stelle così a lungo che queste ancora parlano ai nostri occhi. È un tempo difficile certamente, eppure non siamo senza speranza, perché: "Fatti di respiro come versi / di una poesia". Che meraviglia questa immagine: se ci guardiamo nella nostra nudità, non siamo forse questo respiro che ci sostiene? E di respiro non è fatto il verso? Di versi non è composta una poesia? E noi, come i versi, cosa siamo? "Indicibile / nel grembo dell'universo". Qualcosa di ineffabile, ci dice suor Mariangela, e lo ripete altrove: "anche se soltanto / ci è dato vedere il rovescio / del grande arazzo". (Gregorio Iacopini)