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Nella lirica "Passa lu tempu e signa", che dà il titolo alla silloge, è condensata tutta la vis poetica, la dolente constatazione della non ineluttabile sorte assegnata alla Comunità calabrese, ma anche il respiro di futuro fatto di responsabile impegno e soggettivo viversi per la propria crescita, non solo culturale. La irrinunciabile aspirazione a raggiungere livelli di convivenza e di lineare quotidianità fuori dall'arranco stereotipato a cui è sottoposta con una ingenerosa bardatura di asocialità che dà tanto da pensare. La silloge è il punto focale di un dire denunciando il cui sviluppo nel prosieguo raggiunge livelli di lirica espressione non comune, profondità argomentativa e costrutti poetici di ampio respiro.