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Che cosa hanno in comune un futuro Imperatore (Bonaparte), un puntiglioso ma ironico cronista del confronto e scontro tra due culture in costante guerra (il pittore Joseph Farington), e un attore statuario (John Philip Kemble), nella resa del transito culturale tra Sette e Ottocento, connotato dalla inevitabile presenza napoleonica nel panorama antropologico, artistico e culturale in senso lato? Tutto questo è quanto questo volume si propone di indagare, a partire dal Diario della trasferta a Parigi, nel 1802, di Farington e di un gruppo di noti amici artisti, Fu?ssli, Turner, Flaxman, West. Protagonista è l'effervescente Parigi del Consolato, su cui ancora gravano le ombre del Terrore rivoluzionario, scandagliata dagli inglesi, fra diuturne ispezioni ai musei, visite agli ateliers dei rivali francesi, David, Gérard o Guérin, e attrazioni di diverso tipo, dai teatri ai salotti, dai giardini ai caffé del Palais Royal, fino alle riviste militari. Vividi comprimari, figure come l'Abbé Talleyrand o Charles Fox o Madame Récamier. Il Diario registra le più che accanite discussioni suscitate da tale turbinio di suggestioni in un acceso dibattito fra esperienze politiche, istituzioni, mentalità e pratiche di vita, sistemi del mondo dell'arte e dello spettacolo, agli antipodi, quanto in reciproca fascinazione.