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«Quinto appuntamento con la collana di quaderni "Restauro in Accademia", una pubblicazione fortemente voluta dalla nostra Accademia e dall'intero gruppo di docenti che danno vita al quinquennio a ciclo unico in Restauro. Uno strumento che negli anni ha confermato la propria necessità in quanto raccolta delle più significative e meglio realizzate tesi discusse e selezionate dalle commissioni d'esame finale. Non solo un modo per gratificare e dare visibilità a questi meritevoli progetti di restauro, ma soprattutto una rassegna di contributi che serviranno da impulso anche per gli studenti, e gli studiosi, che vorranno documentarsi nell'ambito del restauro lapideo, pittorico e su supporto cartaceo e filmico, i tre profili formativi attivi nel nostro Corso. Quelli documentati in questo numero della rivista ne testimoniano non solo la varietà ma anche la complessità di approccio e intervento, frutto di una lenta maturazione e di un impegno commisurati al dovere di intervenire su pezzi storici, tutelati, da conservare nonché restaurare. Su un progetto però vorrei soffermarmi, un intervento che in realtà non fa parte delle tesi in sommario, ma che ha rappresentato un'esperienza fondamentale per il gruppo di giovani restauratori in formazione, per i loro docenti, che hanno coordinato e supervisionato il team, per la nostra Accademia e per la città di Bologna, che con l'Istituzione Bologna Musei sta custodendo nel Museo per la Memoria di Ustica, il relitto abbattuto a Ustica il 27 giugno 1980. L'emblema di una tragedia nazionale, quasi sacralizzata dalla suggestiva ed emozionante istallazione di Christian Boltanski, diventato oggetto di un "cantiere scuola" che in due periodi ha condotto un'operazione di ripulitura e rigenerazione della polverosa carcassa; intervento che, anche simbolicamente, ha saputo rinnovare la memoria di quell'evento oltre che fornire agli studenti del corso l'occasione di una riflessione su quanto accadde in quella tragica sera di quarant'anni fa.» (Enrico Fornaroli)