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Versatile: la stessa parola può esprimere rabbia, emozione, paura, meraviglia. "Benedetta" - o quasi - dai Santi, figura perfino nei Fioretti di San Francesco, con invito a usarla contro il diavolo. Artistica: la più antica scritta in volgare è nella basilica di San Clemente a Roma. La parolaccia è antica pressoché quanto l'uomo o quantomeno quanto il suo vivere in comunità. Ed è sicuramente moderna, a suo modo anche pop. Ogni lingua ha le sue parolacce e relative storie, che raccontano società, costumi, morale. La parolaccia, infatti, nasce e si sviluppa con il concetto di tabù e con il piacere della trasgressione. Un percorso alla scoperta della storia degli insulti, tra citazioni e rimandi a letteratura, cinema, teatro, arte, da Dante a Giuseppe Gioachino Belli, da Cesare Zavattini - primo a dire una parolaccia in una trasmissione Rai: era il 25 ottobre 1976 - a Roberto Benigni sul palco di "Fantastico", in una esibizione divenuta cult. E ancora, dal cinema alla politica, senza dimenticare l'arte - si pensi alla scultura L.O.V.E., monumentale dito medio alzato, di Maurizio Cattelan - fino alla quotidianità che della parolaccia finisce per fare addirittura moda. Per ricordarci come eravamo e scoprire come siamo. Ma soprattutto, per non rimanere mai senza parole.