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I primissimi racconti di Katherine Mansfield, scritti tra i quindici e i vent'anni (1903-1908), offrono al lettore le prime e valide espressioni letterarie dell'autrice tra le più virtuose della forma breve. Il filo conduttore è quello, fondamentale in tutta la sua produzione, della natura. La natura come metafora, come materializzazione del rapporto tra scrittura e memoria, ordine e caos, poesia e prosa, in cui l'autrice e i suoi personaggi diventano a turno animali, alberi, paesaggi. Come in un gioco infantile, la trasformazione le permette di esplorare altre specie e la vita in tutte le sue forme, come spesso nel progetto letterario modernista. Una preziosa selezione di racconti poco conosciuti che ci aiuta a ricostruire non solo la genesi di una delle figure più importanti della letteratura mondiale ma anche di riflettere di nuovo sul nostro rapporto, fragile e in crisi, con l'ambiente.