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Kunga Legpa, detto Drukpa Kunlè, è il più popolare santo tibetano. Famoso e venerato quanto Milarepa, egli nacque in Tibet nel 1455 e condusse una vita da yoghi errante. Discendente del puro lignaggio spirituale che risale agli antichi mahasiddha indiani Naropa, Tilopa è Saraha, Kunga Legpa è molto conosciuto non solo come uno dei più grandi yoghi che siano mai esistiti, ma soprattutto per il suo comportamento trasgressivo e irriverente. I suoi discorsi e la sua biografia costituiscono perciò un grande insegnamento che genera la comprensione del lettore con molta semplicità, aiutandolo contemporaneamente a rompere i propri limiti. La sua biografia, benché faccia ridere e lo faccia apparire matto, non va mostrata a chi non comprende e non rispetta l'insegnamento del Maestro, mentre può essere di grande vantaggio a coloro che ne conoscono il principio. Al profano può certamente sembrare che Drukpa Kunlè parli solo di cose sporche e volgari, ma per chi è in grado di cogliere il senso e il valore delle sue parole e della sua peculiare maniera di trasmetterle, questo è sicuramente un insegnamento importantissimo, capace di superare ogni limite di setta, scuola e tradizione. Quando critica qualche istituzione o tradizione, Drukpa Kunlè non intende negarne il valore bensì rispecchiarne i difetti per far capire come bisogna apprendere e continuare il puro insegnamento del Buddha. La biografia di Kunga Legpa è quindi un testo estremamente serio e importante. Dal punto di vista letterario, "Le gioiose vicende di Kunga Legpa" è un intramontabile classico della letteratura mondiale. Ghesce Ciapu compilò questa raccolta di episodi della vita di Kunga Legpa verso la fine degli anni '60 in Bhutan, e lo fece con tutto il rigore dello studioso impegnato al recupero di narrazioni affidate, dal XVI secolo, per lo più alla tradizione orale. Grazie a lui, oggi noi possiamo commuoverci e divertirci alle gesta di colui che è forse il santo più scanzonato della letteratura religiosa mondiale.