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Ci sono luoghi che cercano disperatamente di essere ciò che non sono, un po' come quelle persone che si reinventano arricchendo il proprio profilo social di corollari immaginifici, e magari finiscono anche per crederci. Salina cerca invece di sembrare esattamente ciò che è davvero. La sua natura più autentica - un po' marinara, ma prevalentemente contadina - è il fondamento della sobria e innata eleganza che la contraddistingue. I "piennuli" di pomodori appesi alle travi nei terrazzi assolati di settembre, i pergolati floridi e generosi, l'ordinata disposizione dei filari nei vigneti, comunicano un'immediata sensazione di armonia e bellezza, così come le geometrie e i colori delle case, l'aspetto leggermente panciuto delle "pulera", colonne portanti - e non è una metafora - dell'architettura isolana, o i disegni formati dalle maioliche sulle sedute lungo i bassi muretti che le sorreggono. Quale formula alchemica ha potuto sottrarla agli "scivoloni", chiamiamoli così, nei quali sono talvolta incorse isole vicine come Lipari o Vulcano?