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Ambientato negli anni Trenta del 'Novecento, questo thriller ci conduce con gradevolezza negli ambienti diplomatici di una Hong Kong ammantata delle consuetudini ataviche della tradizione cinese, ridisegnate dalle "non meno ferree regole della cultura coloniale inglese". Appena il tempo di immergersi con compiaciuto stupore nelle descrizioni dell'accattivante reportage in tinte rosa del primo capitolo, il gran ballo alla residenza del governatore, che già si viene catapultati nel teatro d'azione di un Oriente ancora condizionato dalle pressioni di una recente guerra internazionale dell'oppio, alimentata, nel secolo precedente, dalle mire espansionistiche e commerciali britanniche e francesi. Tra vicende amorose ed intrighi internazionali, compiaciute riprese negli interni dei salottini riservati delle fumerie di Wan Chai o Kowloon e agguati paramilitari sulle sponde del Mekong, indagini e complicità con le triadi della criminalità organizzata orientale, questo romanzo ci conduce alla scoperta di un mondo rivissuto in prima persona dall'autore a distanza di mezzo secolo e raccontato con un pizzico di nostalgia per un fascino che ancora, cinquanta anni dopo, vi si poteva cogliere.