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"In ogni forma di ragione nel porsi domande, credo non esista condanna alcuna tra pensiero e scrittura, nella ricerca di cosa possa essere il vago, nel fascino dell'inconsueto, alla casualità dell'improbabile, alla nostra ricezione al bene. Nella distinzione dell'essere noi stessi al proprio prossimo in ogni nostra azione, tra il brusio delle ombre di distributori d'odio, di chi ci vorrebbe insegnare ad essere silenzio nel loro rumore," In un quadro ricco e privo di soggetti, in una lettera per sempre verso il senno di una vita, si riassume così la traccia di "Kalos ed hespera" una raccolta di poesie nella sua nitida apertura alla bellezza, all'immediatezza cognitiva di un sentimento universale di un'identità perduta e ritrovata in comune, in un abbraccio d'Amore restituito all'Amore, in un romantico epilogo votato al futuro di ciò che rimarrà di noi, in noi.