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Scabra, sanguigna, densa di umori, come l'antica terra d'origine, scontrosa e riflessiva. È questa la poesia di Ghio, tutta protesa alla riscoperta di quel mondo in cui risiede quasi tutto il suo universo letterario. Guardare al fondo della vita, intravederne il sostrato feroce diventa, per l'autore unendo fatica filologica a radicale rischio esistenziale, un modo di parlare senza remore di "gioie del mondo" contrapposte a quello che precede e sta al di la di esso. Un modo per salvaguardare un altro sguardo sulla poesia, lontano e indifferente ai riti consunti e conformistici del nostro tempo e del suo pensiero.