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Beppe Ramello e Sergio Toppi raccontano in un fumetto la vita di don Carlo Gnocchi. Carlo Gnocchi e amava tantissimo stare con i ragazzi. Ordinato sacerdote, fu inviato dal suo vescovo negli oratori e poi in una delle scuole più prestigiose di Milano. Quando scoppiò la guerra, volle seguire i giovani che andavano al fronte: «Hanno bisogno di me, non posso lasciarli soli...». Divenne cappellano volontario e con gli alpini finì in Russia. Fu un'esperienza terribile: inseguiti dal nemico, don Gnocchi e gli alpini furono costretti a una drammatica ritirata, camminando per centinaia di chilometri con temperature che arrivarono anche a 40° sottozero. In quei giorni don Carlo fece una promessa: «Se mi salverò, dedicherò tutta la mia vita ai poveri, ai sofferenti, a chi ha bisogno d'aiuto». E così fece, occupandosi dei figli dei soldati morti in guerra e dei mutilatini, avviando un'Opera che ancora oggi si prende cura di tanti ragazzi disabili, di anziani e di persone gravemente ammalate. Morì ancora giovane, esattamente sessant'anni fa. Al termine di una vita spesa per gli altri, volle perfino donare i propri occhi a due mutilatini che grazie a lui riacquistarono la vista. Don Gnocchi fu un grande prete e un grande uomo, e la Chiesa l'ha proclamato beato.