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"Il volume si divide in due parti. Nella prima parte, l'attenzione si concentra sui fenomeni di violenza politica che hanno caratterizzato la storia della "frontiera adriatica" - luogo di intersezione fra Europa occidentale e Balcani - nel periodo che va dalla Grande guerra alla seconda metà degli anni '50. [...] Nella seconda parte, la consapevolezza che i processi e i tribunali sono luoghi e momenti in cui il passato precipita nel presente costituisce il presupposto per un'analisi sulla repressione dei crimini internazionali commessi nel conflitto che ha condotto alla dissoluzione della ex Jugoslavia, confermando così che la storia rientra nel presente attraverso i modi in cui le parti giustificano la propria violenza e percepiscono e dipingono la violenza degli altri nonché tramite gli strumenti in base ai quali i giudici avvertono le narrazioni delle parti. Nel frammentato scenario della repressione dei crimini internazionali, in costante evoluzione, sia a livello internazionale che a livello interno ogni ausilio interpretativo, quale la prospettiva storica, costituisce stimolo e spunto per nuove riflessioni intorno alla violenta tensione cui sono sottoposti i diritti umani." (dall'introduzione)