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Il volume si occupa delle declinazioni giuridiche del fine metaindivi-duale di religione e di culto, che vengono analizzate alla luce del diritto positivo - sia nella sua progressione evolutiva che in rapporto a profili dell'assetto normativo vigente ritenuti più significativi delle tendenze in atto - e nella prospettiva di uno sviluppo più consono all'autonomo rilievo che la Costituzione assegna a quel fine. Si tratta, in sintesi, di sondare la possibilità di un nuovo equilibrio tra forma del fine (e dell'attività) e rilevanza giuridica dell'interesse che vi è sotteso. Un equilibrio aperto e dinamico, che - senza indulgere a sacche di ingiustificato privilegio - non costringa il fine religioso entro i limiti di una predeterminazione di campo astratta e penalizzante e così non ne mortifichi la dimensione creativa e costruttiva e la possibile contiguità/continuità con gli altri fini/valori costituzionali. L'orientamento critico-problematico dell'indagine ne propone i risultati quale primo, fondamentale, passo per ulteriori progressioni investigative di tenore più decisamente propositivo ma non esclude l'emersione e la messa in rilievo di alcune coordinate operative per possibili sviluppi in linea con le ipotesi caldeggiate.