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Sette Stagioni dello Spirito ha portato alla progressiva riapertura di alcuni edifici storici e monumentali, abbandonati o dismessi, dislocati in diverse aree della città e radicalmente trasformati dall'intervento dell'artista. Questi luoghi sono diventati punti radianti per -opere-ambiente- che dal tessuto umano si sono estese a quello urbano, animando, spesso, interi quartieri. Nell'ideazione e realizzazione di Sette Stagioni dello Spirito, Tosatti ha ripercorso la traccia di Il Castello Interiore (1577), il libro in cui Santa Teresa d'Avila suddivide l'animo umano in sette stanze, e le ha trasfigurate in altrettante monumentali installazioni ambientali. Un'opera di matrice narrativa e filosofica e in formazione progressiva, tesa a ridefinire il rapporto fra arte e comunità - fra intervento artistico e tessuto sociale e antropologico. Il catalogo sintetizza le diverse tappe in una prospettiva unitaria, tende non solo a restituire la memoria dell'esperienza quanto a ricostruirne il percorso "dietro le quinte", permettendo al lettore di ripercorrere le sette Stagioni nella loro articolazione complessiva. Gli interventi critici, plurali, affrontano la complessità di Sette Stagioni dello Spirito da prospettive differenti: Christian Caliandro scrive della dimensione storico-politica del ciclo, Giorgio De Finis affronta le sue implicazioni da un punto di vista antropologico, Nicolas Martino indaga la matrice filosofica del lavoro mentre Alessandro Facente si concentra sulla dimensione cromatica del lavoro di Tosatti. Le conversazioni di Tosatti con Dough Ashford, Romeo Castellucci, Eva Franch, Mariangela Gualtieri, Alfredo Jaar, Paul Pfeiffer e Vicente Todolì approfondiscono la dimensione più intima del progetto. Il diario che accompagna la pubblicazione del catalogo, restituisce il racconto quotidiano ed intimo di questa esperienza, nel suo farsi.