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Nonostante la vasta letteratura scientifica a disposizione, l'intervento scarpiano ha spesso suscitato dubbi interpretativi a causa della difficoltà di individuarne i limiti materiali in una stratificazione storica articolata e complessa. Il libro, corredato da un ricco repertorio iconografico, cerca di sollevare questo velo di incertezze, ripercorrendo le concitate fasi del lavoro scarpiano in una trattazione che induce - da un lato - a scoprirne le strette relazioni con la casa canoviana ed il paesaggio dei luoghi - dall'altro - ad approfondirne i modelli di riferimento e le vicende costruttive. Per meglio mettere a fuoco il rapporto che l'architetto imbastisce con i gessi canoviani, lo studio ricostruisce l'evoluzione degli allestimenti espositivi dalla fondazione della Gipsoteca neoclassica alla sistemazione scarpiana del 1957. Affiancando l'interpretazione critica alla realtà documentale di archivio, il libro lascia emergere una visione inedita del progetto scarpiano, colto nella sua oscillazione fra l'eredità dei modelli classici e gli esiti del Movimento Moderno. Il volume, introdotto dai saggi di Gianluca Frediani e Susanna Pasquali, è illustrato da un'ampia rassegna di schizzi e disegni dell'architetto veneziano, provenienti dal suo archivio personale custodito presso il MAXXI di Roma e il Centro Carlo Scarpa di Treviso. L'opera è completata da una approfondita indagine fotografica sulle figure canoviane e gli spazi museali compiuta da Alessandra Chemollo.