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Il castello di San Giorgio è un nobile e armonioso maniera che accoglie il visitatore che raggiunge Mantova attraverso il ponte omonimo. Fu costruito, sul finire del Trecento, per commissione gonzaghesca, da Bartolino Plati illustre architetto novarese che aveva già dato prova di eccellenza nella realizzazione dell'imponente castello di Ferrara. Nella seconda metà del Cinquecento i vari edifici di proprietà dei Gonzaga vennero collegati gli uni agli altri attraverso corridoi, gallerie, giardini, al fine di costituire un "palazzo in forma di città" chiuso in se stesso e perfettamente autonomo dal centro urbano: un microcosmo di cui anche il castello ne venne a far parte. Diversamente dal maniero ferrarese, il riconoscimento storico e artistico dovuto al castello di San Giorgio è passato in second'ordine a fronte dell'interesse prorompente di ciò che al suo interno si conserva, la Camera Dipinta, capolavoro del Mantegna. Troppo importante, troppo unica quella pittura che simula l'architettura, esempio irripetibile di quel rinascimento particolare fiorito nelle Corti italiane. La valorizzazione strillata di una sola parte rispetto al tutto a cui appartiene, quale la Camera nei confronti del Castello, ha portato alla fine a decontestualizzarla completamente dalla sua storia e dal luogo in cui è nata e che ne giustifica l'esistenza.