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Per alcuni disturbi la terapia cognitivo-comportamentale ha accumulato evidenze a sufficienza da renderla superiore ad altri tipi d'intervento e infatti le principali linee guida la suggeriscono come intervento d'elezione. Questo però non è sufficiente a dirimere definitivamente una serie di questioni su cui si sta dibattendo e non solo in ambito cognitivista. Tra i temi ancora controversi: l'importanza della concettualizzazione del caso per la progettazione dell'intervento terapeutico; il ruolo della relazione e dell'alleanza terapeutica nel trattamento; il razionale dell'utilizzo delle vecchie e nuove tecniche terapeutiche; l'importanza della formazione e della supervisione nei vari stadi di sviluppo dell'expertise del terapeuta; l'integrazione possibile tra approcci di prima, seconda e terza ondata del cognitivismo; i problemi concernenti la diagnosi categoriale o dimensionale; l'intervento centrato sui processi o sui contenuti; il rapporto tra le terapie manualizzate supportate empiricamente e il ragionamento clinico; la capacità della ricerca empirica di dimostrare l'efficacia dei diversi approcci psicoterapeutici; i problemi dell'utilizzo congiunto di farmacoterapia e psicoterapia. Il libro, che si rivolge agli specializzandi in formazione ma anche a più esperti psicoterapeuti, sinteticamente ne ricapitola ed esplicita i punti critici e offre indicazioni chiare e semplici sulle diverse posizioni, avvalendosi di ampie review della letteratura, nella speranza che presto la ricerca fornisca risultati se non proprio definitivi e dirimenti, almeno più specifici e meno controversi in relazione alla psicopatologia e alla teoria della cura.