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Insieme alla famiglia e alla scuola, lo sport è una grande agenzia educativa, ma deve basarsi su una cultura che porti alla formazione di un adulto autonomo, responsabile e capace di scoprire e impiegare tutte le proprie potenzialità. Il libro tratta di educazione, formazione, prestazione e cultura dello sport e si rivolge a istruttori, genitori e insegnanti, ma interessa ogni educatore. È sintesi di competenze mediche, neurologiche, psicologiche e psicanalitiche e di esperienze e ricerche condotte nel Torino Calcio e in altri sport. Si dice che i giovani di oggi abbiano meno interessi, siano confusi dai mutamenti del progresso, molto più rapidi di un tempo, e che abbiano nuovi stili di vita, a volte anche molto eccentrici. Nella decisione di praticare uno sport, spesso, non scelgono e non si divertono ma, dovendo dimostrare di eccellere, si trovano oberati da impegni che non li interessano. Se lo sport costa fatica e non diverte, si deve porre rimedio. Insieme alla famiglia e alla scuola, lo sport è una grande agenzia educativa, ma deve basarsi su una cultura che porti alla formazione di un adulto autonomo, responsabile e capace di scoprire e impiegare tutte le proprie potenzialità. Il modello formativo, proposto nel libro, prende spunto dalle teorie della psicologia individuale di Alfred Adler, particolarmente adatte a educare un giovane a sviluppare ed esprimere tutte le proprie qualità; in questo modo potrà diventare uno sportivo autonomo, responsabile e artefice della propria professionalità, capace di vincere prima e più a lungo e con il quale sarà più facile agire sulla prestazione. Il libro tratta di educazione, formazione, prestazione e cultura dello sport e si rivolge a istruttori, genitori e insegnanti, ma interessa ogni educatore. È sintesi di competenze mediche, neurologiche, psicologiche, psicanalitiche e di esperienze e ricerche condotte dall'autore nel Torino Calcio e, in seguito, in altri sport. Rileva soprattutto gli errori e le criticità, ma dà anche utili suggerimenti operativi.