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Nel febbraio del 1887, com'è noto, il vescovo di Piacenza mons. Giovanni Battista Scalabrini fondava un istituto religioso, i Missionari di San Carlo «per l'assistenza spirituale degli italiani emigrati nelle Americhe», il cui scopo precipuo avrebbe dovuto essere quello «di mantenere viva nel cuore dei nostri connazionali emigrati la fede cattolica e di procurare quanto è possibile il loro benessere morale, civile ed economico». Le ricerche e gli studi condotti negli ultimi decenni sulle scelte e l'operato di mons. Scalabrini e sulle istituzioni religiose e laicali da lui promosse in favore dell'emigrazione italiana all'estero hanno reso possibile l'approfondimento di taluni significativi aspetti del contributo offerto dal vescovo di Piacenza e dai suoi religiosi nell'ambito dell'assistenza materiale e religiosa e della cura pastorale degli italiani emigrati in America. È pur vero, tuttavia, che molto resta da fare su questo versante e che, in particolare, si rende necessario affinare la ricerca e focalizzare l'attenzione sulle ancora poco note pratiche religiose e pastorali e sulle altrettanto scarsamente conosciute iniziative di educazione religiosa e civile condotte dai religiosi scalabriniani a favore degli emigrati italiani nel Nuovo Mondo. Il contributo di Roberto Sani si colloca entro tale cornice e intende lumeggiare, attraverso l'analisi di un'importante e assai diffusa operetta religiosa e devozionale a uso popolare - la "Guida spirituale per l'emigrato italiano nella America", data alle stampe a Milano sul finire del 1896 dal religioso veneto padre Pietro Colbacchini -, gli orientamenti di fondo e il peculiare ruolo esercitato dai religiosi scalabriniani nella predisposizione di moderni strumenti di animazione pastorale e di educazione religiosa e civile per gli italiani emigrati all'estero.