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La crisi economica che, a partire dal 2008, ha investito anche l'Italia ha accentuato le già manifeste criticità, incongruenze e incapacità redistributive delle politiche sociali per anziani e vecchi, in particolare, delle politiche per la non autosufficienza. A un bilancio e a un'analisi delle principali criticità delle politiche di long term care ma anche a una rassegna di esperienze positive in atto e di possibili percorsi innovativi entro il complesso delle politiche e dei servizi di long term care nel nostro Paese è dedicato il presente volume. Il testo propone, nella prima parte: un'aggiornata concettualizzazione sociologica di termini - non autosufficienza, cronicità, disabilità, handicap - spesso impropriamente usati come sinonimi e un'analisi critica dei più diffusi approcci che la letteratura internazionale presenta a riguardo del rapporto fra processo di invecchiamento e non autosufficienza; la proposta di una sociologia della vulnerabilità che, con una prospettiva multidimensionale, si presenta come più in grado di cogliere l'eterogeneità degli esiti soggettivi dell'invecchiamento, in particolare nel rapporto tra fragilità e resilienza, e le caratteristiche delle attuali disuguaglianze di salute e delle loro implicazioni in direzione di una più efficace politica di care. Le potenzialità ma anche la praticabilità del carattere multidimensionale dell'approccio proposto alle politiche di long term care, nelle diverse fasi dalla pianificazione sino alla valutazione degli interventi, sono quindi documentate dai diversi contributi presenti nella seconda parte nel volume. Tali analisi mettono in luce, infatti, come, nella direzione del superamento del diffuso carattere di medicalizzazione dei servizi per la demenza e per le altre patologie cronico-degenerative connesse all'invecchiamento, anche nel nostro Paese sia possibile individuare pratiche organizzative in grado di migliorare la qualità dei servizi di long term care grazie a relazioni efficaci tra politiche pubbliche, interventi tecnico-professionali, grado di integrazione socio-sanitaria e ruolo delle reti primarie e dell'azione volontaria.