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"Memorie di zio Ernesto" è il titolo di un documento inedito del 1931, conservato in un archivio privato; l'autore è Ernesto Falcon, un militare di carriera vissuto tra il 1861 e il 1950, che ricostruisce la storia della propria famiglia dal 1777 al primo conflitto mondiale in una lunga memoria in stile epistolare, indirizzata a due nipoti orfane, Elvira e Ida, figlie di suo fratello Alfredo. La narrazione ripercorre ben quattro generazioni, che si dispiegano lungo l'intero Ottocento; prende avvio dagli anni del governo francese a Napoli, attraversa la Restaurazione borbonica e i moti del 1848, per finire con i decenni successivi all'unificazione italiana. Nelle Memorie è la famiglia a essere centrale; una famiglia che presenta un'anima doppia: da una parte al servizio dei Borbone restaurati e dall'altra espressione del più avanzato liberalismo. Nel lungo Ottocento figure di diverso orientamento politico e di diverso impegno e destino economico vivono l'accelerazione della mobilità tra diverse dimensioni, partecipando così a uno dei grandi caratteri dell'epoca: dal locale al nazionale, al globale: dalla Francia al Regno delle Due Sicilie all'Italia unita, dall'Europa alle Americhe, dalla grande città di Napoli alla piccola stazione di soggiorno di Sorrento.