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In questo volume si esplorano, con una ricerca empirica, le modalità e le strategie attraverso le quali alcuni gruppi sociali - upper e lower - interpretano lo spazio fisico e sociale della città di Bari. Lo studio si è avvalso del concetto sociologico di distanza sociale e di come essa venga percepita, agita e subita, tenuto conto sia della dimensione oggettiva sia di quella soggettiva. La ricerca è stata condotta in due fasi. Una prima rilevazione campionaria si è svolta nel 2006; la seconda, svolta nel 2018, ha permesso di rilevare quali cambiamenti siano nel frattempo intervenuti, anche a seguito della crisi economica e dell'istituzione di Bari Città Metropolitana. Le analisi hanno confermato la valenza del concetto di distanza sociale come strumento euristico in grado di intercettare i fattori e le variabili incidenti le differenze sociali strutturali e soggettive, in un quadro di profondi cambiamenti che investono la società globalizzata, così come interpretata dalle istanze individualistiche. Il lavoro svolto restituisce l'immagine di una città (metropolitana) profondamente divisa, in cui vi è una sovrapposizione della configurazione dello spazio fisico di alcuni quartieri, con le differenze lower e upper nella percezione della distanza sociale e spaziale. Bari appare come una città che da una parte tende, con sforzo, verso un cambiamento per la fruizione smart e sostenibile dei servizi, ma dall'altra è chiamata a ricomporre confini spaziali e sociali di divisione, ancora solidi, tra classi e ceti. Nello spaccato temporale delle due rilevazioni, religione e politica divengono temi più divisivi tra lower e upper baresi che, invece, percepiscono comunemente più problematica la presenza degli immigrati.