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Prendendo spunto dall'opera di Sigmund Freud "Il disagio della civiltà" il libro offre vari elementi di riflessione sui principali aspetti di criticità che caratterizzano il mondo contemporaneo e sulle nuove modalità di espressione del disagio mentale che si incontrano nel lavoro quotidiano all'interno dei servizi di assistenza psichiatrica. Le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso l'ultimo Piano d'azione per la salute mentale 2013-2020, indicano che un essere umano ogni quattro svilupperà nell'arco della propria esistenza una qualche forma di disturbo mentale: ciò rende necessario ipotizzare nuove azioni di tutela della salute mentale, che prendano in considerazione i grandi mutamenti sociali, oltre che le nuove fonti di sapere, e che siano finalizzate ad allargare il focus non soltanto sul singolo individuo ma anche sulla società nel suo complesso. L'autore, nel voler offrire un adeguato approfondimento sull'argomento, intraprende due percorsi: il primo segue l'evoluzione del sapere sul funzionamento della mente umana, partendo dalla filosofia per giungere alle neuroscienze, attraverso la psicoanalisi, e che dal principio della tabula rasa conduce alla scoperta dei neuroni specchio. Il secondo segue i processi storico-culturali che, dalla rivoluzione industriale giungono alla cosiddetta "società liquida", per delineare l'uomo sociale contemporaneo, con le sue conquiste ma anche portatore di inediti disagi e sofferenze. Il libro è rivolto oltre che a psichiatri, psicologi e operatori del settore, a tutti coloro interessati ai temi relativi alla salute mentale.