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Ricordando che la natura stessa è la prima maestra di vita, gli artisti hanno da sempre cercato un rapporto con l'ambiente naturalistico e storicamente l'arte si è fatta carico di tale esigenza sin dalle sue origini. Oggetto di visione e contemplazione, la natura si è rispecchiata nella pittura di paesaggio dal Seicento barocco all'Ottocento impressionista, al primo Novecento astrattista. Poi nella seconda metà del XX secolo è diventata "territorio magico" per la Land Art americana, l'europea Art in Nature, l'Arte Povera italiana. Con le ricerche di Joseph Beuys e Gianfranco Baruchello si apre un'ulteriore fase nei rapporti tra artisti e nuove emergenze ambientali: la Terra diventa luogo da preservare attraverso una precisa opera di denuncia. Molti artisti di ultima generazione, impegnati più che a produrre opere a favorire la circolazione del sapere, si rivolgono con rinnovato interesse all'agricoltura quale ambito in cui approfondire modelli sociali alternativi, rispettosi dell'habitat e della biodiversità. Lo stesso spirito anima i numerosi casi di riappropriazione comunitaria di orti e giardini nella sfera urbana e il diffondersi di laboratori creativi su questi temi, residenze promosse da aziende agricole, progetti di collettivi agro-artistici, musei a cielo aperto. Su questo articolato panorama - occasione di "apprendimento diretto" - discutono le autrici e alcuni artisti protagonisti delle recenti ricerche sugli intrecci tra educazione, natura, agricoltura. Interrogandosi sul valore etico di una nuova estetica ecologica, il volume è dedicato ai giovani, agli studenti del sistema universitario globale che comprende l'alta formazione artistica, ai docenti d'arte e a quanti credono nella capacità dell'arte di mettere in gioco altri immaginari, di interpretare e rigenerare il mondo.