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Artista prevalentemente studiato con un'ottica essenzialmente locale che ha limitato, in parte, l'effettiva portata della sua personalità artistica e il valore della sua opera, Francesco Lojacono (Palermo, 1838-1915) fu, invero, un pittore nato in Sicilia ma di statura italiana, per il contributo da lui dato al rinnovamento della pittura paesaggistica della seconda metà dell'Ottocento in Italia. Inoltre, la più ampia prospettiva di valutazione adottata nell'analizzare la sua produzione artistica ha fatto emergere numerose affinità tra suoi dipinti e talune pitture di paesaggio di alcuni tra i principali protagonisti della pittura di paesaggio europea, come Joseph Mallord William Turner, John Constable e Jean-Baptiste-Camille Corot, ed ha evidenziato l'esistenza di connessioni con specifiche opere, in particolar modo quelle realizzate durante il soggiorno a Portici, del pittore catalano Mariano Fortuny y Marsal. L'indagine, pertanto, attraverso l'esame delle tappe fondamentali del suo percorso artistico ha inteso fornire elementi per un nuovo e più mirato sguardo sull'opera di Lojacono che lo riscattasse, in qualche modo, dall'etichetta di "principe dei paesisti siciliani" di cui la sua pittura, come di un indelebile marchio, sembra non essersi ancora del tutto liberata. La scoperta che, per il pittore siciliano, in virtù di una sorta di immedesimazione da lui operata tra la luce che fa esistere l'oggetto e l'oggetto che per suo mezzo esiste, la rappresentazione dell'immagine della luce, o meglio della sua forma, avviene attraverso quella dell'oggetto che essa manifesta ha costituito l'ultimo approdo di questo lavoro.