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È innegabile che l'artista, sia egli architetto, designer, pittore, scultore, ma anche poeta o scrittore, abbia nella mente degli elementi immaginativi che fanno parte integrante del processo che lo porterà a determinare le caratteristiche anche più intime e particolari della sua opera. Meccanismi di gestione dell'immaginazione e della forma interagiscono durante lo sviluppo dell'opera, ed essa partecipa con il pensiero che contemporaneamente si evolve. L'immagine assume così un ruolo colloquiante, prima tra l'artista e il progredire dell'azione, poi tra essa e il fruitore, per trasformarsi infine in un sistema di trasmissione tra mente e mente che trova nella forma la parte integrante e l'imprescindibile mezzo con cui si realizza. Chi pensa che la percezione abbia un'importanza assolutamente oggettiva nella relazione tra il mondo e l'individuo non può non riconoscere in essa un rapporto semiotico. Segni che, se in alcuni casi assumono il compito di illustrarci degli attributi dell'oggetto, in altri hanno caratteristiche che superano il valore semantico per diventare un qualcosa che lega empaticamente gli individui tra di loro attraverso lo stesso segno. La capacità di immaginare è una facoltà indispensabile all'acquisizione stessa dell'informazione ma anche una particolare prerogativa del pensiero che connota il nostro rapporto con il mondo.