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L'immagine di Milano quale città proiettata in una dimensione moderna, industriale, collegata al contesto europeo più avanzato conosce un'accelerazione all'inizio del nuovo secolo. L'Esposizione Internazionale del Sempione, che ha luogo nel 1906, per celebrare il traforo ferroviario che favorisce i collegamenti fra l'Italia e il Nord Europa, ne rappresenta, non solo simbolicamente, il momento di maggior accreditamento. Negli anni successivi il mondo culturale promuove un'ulteriore accelerazione con la nascita del Futurismo, scaturito dall'azione di Filippo Tommaso Marinetti, che dopo avere dato vita alla rivista "Poesia", lancia con il Manifesto del febbraio 1909 "le (...) prime volontà a tutti gli uomini vivi della terra". Lo seguono gli artisti che si impegnano in una battaglia d'avanguardia in cui la città è sfondo e laboratorio. Il volume parte da questi momenti capitali per la costruzione e la percezione dell'immagine della città nel nuovo secolo, per prendere in esame gli sviluppi del rapporto tra gli artisti e Milano nel periodo fra le due guerre. In quegli anni, oltre a considerare la presenza degli artisti nella vita della città, in relazione ai luoghi di incontro e di attività, la città stessa, con le sue trasformazioni, i nuovi centri di rappresentanza, i nuovi quartieri, viene presa in esame, secondo il doppio profilo di una città "immaginata" e "vissuta". Scritti di: P. Bolpagni, E. Di Raddo, M. Ganino, A. Mora, A. Piano, F. Tedeschi.