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Alla metà del secolo XIX la Congregazione dell'Indice, uno dei pilastri del controllo dottrinale entro la Chiesa cattolica, fu impegnata nell'esame dei contenuti filosofico-teologici degli scritti di Antonio Rosmini. Il volume ricostruisce la storia della "terza fase della questione rosminiana" attraverso l'analisi delle accuse mosse al sistema filosofico rosminiano e delle valutazioni esercitate dai consultori della Congregazione stessa. Il sistema rosminiano, costituitosi a seguito di una vasta indagine condotta nel Nuovo saggio (1830) sull'origine delle idee dall'intuizione e sul loro rapporto con il "sentire", si era consolidato con la trattazione intorno al principio della morale incentrato sull'osservanza dell'ordine dell'essere. Il successo della proposta di una filosofia cristiana negli ambiti dell'antropologia filosofica, della coscienza morale, della filosofia della politica e del diritto, della teodicea aveva suscitato avversioni in ambienti ecclesiastici che non condividevano novità di linguaggio e atteggiamenti dialogici nei confronti del pensiero moderno. Il conflitto intorno alla pericolosità delle dottrine rosminiane, alimentato da esponenti della Compagnia di Gesù, si era manifestato particolarmente acuto con la pubblicazione di libelli anonimi. La necessità di chiarezza in una questione tanto complessa aveva indotto papa Pio IX a coinvolgere la Congregazione dell'Indice. L'insieme delle valutazioni approntate in vista dell'esame finale delle opere, che viene qui studiato per la prima volta attraverso materiale inedito degli Archivi della Congregazione, getta una nuova luce sulla letteratura storico-filosofica dedicata a Rosmini.