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Una inattesa Serao da salotto vien fuori da queste pagine; una spregiudicata dama di società, che ha praticato, ma anche codificato le regole di buone maniere nell'Italia belle époque. Questa maestra di bon ton, regista di una sapiente strategia dell'apparire, si rivela con chiarezza in un testo di servizio, del tutto trascurato dagli studi seraiani che pure in questi anni festeggiano una fortunata stagione: Saper vivere. Norme di buona creanza. Apparso ad apertura di secolo (1900), questo galateo viene letto qui nella viva circolarità dialogica con la scrittura giornalistica e naturalmente con la narrativa, dal Romanzo della fanciulla al Paese di cuccagna, fino ai "romanzi di consumo" dell'ultima stagione. Grazie alla consultazione di testi rari, il Saper vivere della Serao si restituisce anche al più vasto quadro "nazionale" delle scritture dei galatei, che in quei decenni si moltiplicavano con grande successo di pubblico: una costellazione di titoli e autori, ma soprattutto di autrici (Marchesa Colombi, Jolanda, Neera, Ida Baccini...) rimaste ai margini della storiografia letteraria, che offrono un contributo tutt'altro che secondario alla costruzione di un carattere italiano, articolato lungo le frontiere simboliche della distinzione, sociale ma anche di genere. Studiati per lo più in una prospettiva storica o sociologica, capitolo marginale ma non secondario della Kulturgeschichte dell'Italia fra i due secoli, questi prodotti editoriali/letterari costruiscono un grande repertorio di immagini del femminile, a restituire incerti ma spesso avanzati - quando non eversivi - ritratti di signore.