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Il volume raccoglie i risultati degli studi svolti da un gruppo di medievisti sul rapporto intellettuali e cittadinanza, laddove il termine intellettuale è inteso in una accezione ampia e inclusiva, che comprende tutti coloro ai quali si riconosca una funzione di «elaborazione e trasmissione di contenuti culturali» (Cuaz). Nel testo, pertanto, accanto agli universitari, trovano spazio medici e astronomi, "professionisti del diritto", notai, umanisti, maestri di scuola, ma anche pittori, musici, bibliofili e ingegneri che si spostarono tra le città italiane, e non soltanto, del XIV e XV secolo. Si riflette, inoltre, sul significato che la cittadinanza assumeva per questi uomini e per le città che li ospitavano e sugli strumenti predisposti per la sua salvaguardia. Attraverso lo studio di casi concreti si scandagliano, inoltre, le ragioni della avvenuta o mancata naturalizzazione di questi «intellettuali della crescita urbana» (Le Goff). Chiude il libro una sezione dedicata ad altre discipline attualmente attente al tema della cittadinanza (Geografia, Storia Moderna e Contemporanea, Storia delle Istituzioni, Storia economica): dai bilanci partecipativi al concetto di cittadinanza attiva, passando per i catechismi politici, si pubblicano qui i primi frutti di una riflessione che si vorrebbe sempre più comune.