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Diventato celebre in tutto il mondo per gli oggetti disegnati dalla metà degli anni Sessanta ad oggi, Paolo Rizzatto fonda la propria esperienza di architetto sulla conoscenza. La città, l'interno, l'edificio o il prodotto industriale appartengono alla medesima concezione di intendere la realtà, sono frutto della stessa metodologia alla cui base c'è la convinzione semplice e potentissima - come solo l'alta misura etica sa essere - che il progetto debba equilibrare componenti storiche, tipologiche, funzionali, d'uso, formali, tecniche ed economiche. Figlio della generazione del "razionalismo artistico" - dominata da figure come Franco Albini, Asnago e Vender, Ignazio Gardella -, Rizzatto persegue un'idea del mestiere contraddistinta da un elevato senso di responsabilità civile, con una costanza e una coerenza che gli hanno permesso di tracciare un percorso culturale riconoscibile, secondo un procedimento che si arricchisce per sottrazione. I lavori raccontati in questo libro vogliono rivelare l'articolazione e la complessità di un metodo ancor più che illustrarne gli esiti, ponendo l'accento su ciò che Rizzatto definisce il centro del progetto, ovvero, per dirla all'antica, l'essere umano.