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Fin dal Cinquecento nella città di Ausburg, in Germania, in quella di San Leucio nel Settecento e via via per tutto l'Ottocento nell'Inghilterra e nella Francia post-rivoluzione industriale, si assiste alla nascita e allo sviluppo delle Company town, insediamenti di natura industriale nati per far fronte all'esigenza di unire casa e lavoro in un unico centro abitato funzionale agli interessi dell'imprenditore e a quelli dell'operaio, a seconda delle idee che stanno alla base dell'iniziativa imprenditoriale. Questo insieme unitario si reggeva su una grande quantità di fattori caratterizzanti, forse mai più presenti nella vicenda dell'architettura moderna e contemporanea: il problema dei poveri, la questione delle abitazioni, la religione, il paternalismo, l'assistenzialismo, il capitalismo, gli esiti della rivoluzione industriale, l'utopia, la lotta di classe, l'urbanistica, l'archeologia industriale... Poiché il fenomeno delle Company town o delle "città sociali" o ancora dei "villaggi operai", nonostante i diversi modi di chiamarle, si caratterizza sia per il piano della forma che per quello dei contenuti, l'intento del volume è di ordinare una così vasta materia e interpretarla nel suo contesto storico-critico.