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La fase della cosiddetta Ricostruzione e poi, ancor più, del Miracolo Economico - pur con i suoi errori, limiti e difetti - rimane un passaggio epocale per il nostro Paese. In quel torno di tempo gli italiani compiono una svolta senza uguali: alzano il livello medio della qualità della loro vita, assaporano per la prima volta un benessere fin lì sconosciuto; accedono a beni di consumo fino a poco prima inimmaginabili; approdano in luoghi culturali che avevano sempre osservato a distanza. Finalmente, forse più di ogni altra cosa, hanno la possibilità di darsi da fare, di progettare il proprio lavoro e il proprio futuro con probabilità di successo quasi rivoluzionarie. E sulle barricate dei rivoluzionari ci sono in prima fila sicuramente gli artigiani e i piccoli imprenditori: quelli che seguono la stella polare della loro genialità, della loro creatività, della loro dedizione al lavoro, della loro disponibilità a tirarsi su le maniche, e sudare, e sporcarsi le mani. Questo libro compie un primo passo verso la ricostruzione del ruolo svolto da Milano nel decisivo momento del boom e lo fa concentrandosi su uno dei soggetti più trascurati non solo dell'universo meneghino in particolare, ma anche di quello italiano in generale: la miriade di modesti artigiani che, caricandosi sulle spalle le pesantissime conseguenze di una guerra mondiale, avviarono o rilanciarono le proprie attività nella Milano degli anni Cinquanta.