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Le società umane si sviluppano ma, anche quando danno buoni risultati, lo fanno spesso con cattiveria, senza rispetto per le persone più deboli e tradendo la funzione protettiva per tutti che pure dovrebbero avere. Così molti diffidano della parola sviluppo, perché vedono anche ciò che essa nasconde: povertà, disuguaglianze, avidità, esclusione, degrado ambientale, conflitti violenti, criminalità. Perché le società umane si sviluppano così? È possibile cambiare rotta? In questo libro si affronta la questione in modo originale, riflettendo sulla definizione di sviluppo, sui bisogni e i desideri umani che lo animano e sulle dinamiche che lo distorcono, portando la maggior parte delle persone a pensare e ad agire contro il proprio interesse e i politici a mancare regolarmente l'obiettivo del bene comune. Si cerca anche di capire meglio perché gli umani abbiano sopportato per millenni le cattive conseguenze dello sviluppo e poi siano giunti, negli ultimi due secoli, a desiderare sempre più decisamente di liberarsene. Così si è aperto un periodo storico molto incerto, ancora dominato dallo sviluppo diseguale e squilibrato ma in cui sono sempre di più quelli che vogliono costruirne uno di qualità molto diversa. Questo libro vuole incoraggiare gli attori del cambiamento con buoni argomenti e traendo insegnamento dalle tante esperienze innovative in corso dappertutto. Ma può servire anche a chi, per il momento, è solo alla ricerca di dare un senso alla propria presenza nella società.