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Il fascino della teosofia catturò una fascia non marginale delle élites intellettuali europee nel primo Novecento e tale fenomeno non mancò di interessare la cultura e la società italiana. Nel solco delle nuove correnti di spiritualità allargatesi con l'aprirsi del nuovo secolo, e sulle macerie del positivismo scientistico che aveva egemonizzato la precedente stagione, la teosofia esercitò un'influenza straordinaria entro diversi ambiti di impegno culturale, che continuavano a guardare con fiducia alla possibilità di contribuire al progresso dell'umanità. La costruzione di una mitologia allegorica sull'avvento prossimo di una Nuova Era coinvolse specialmente la cultura dell'educazione, generando elementi di rinnovamento profondo del sapere pedagogico e dell'iniziativa in campo educativo. L'investimento di energie sulla bontà dei principi e dei metodi della pedagogia Montessori costituì solo uno degli aspetti, tra i più significativi, che assunse tale frontiera innovativa in area pedagogica, particolarmente sostenuta dalle reti teosofiche. La riscoperta del notevole contributo che la cultura teosofica complessivamente offrì a favore dell'organizzazione di una "teoria" dell'Educazione Nuova costituisce, pertanto, un'operazione storiografica importante, per intendere come, anche in Italia, tra aspirazioni ideali, illusioni e generosi slanci profetici, una nuova pedagogia - moderna, democratica, liberale e mondial/globalista - si aprì degli spazi decisivi per cominciare a cambiare gli orizzonti contemporanei della formazione.