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Il volume si propone un'agile analisi dell'imposizione collegata al servizio di smaltimento rifiuti nei Comuni italiani: dietro acronimi come TARSU, TIA, TARES e TARI si nasconde l'ambiguità di un esborso di denaro che il legislatore qualifica talvolta come "tassa" (esal- tandone la componente impositiva), talaltra come "tariffa" e dunque come corrispettivo di un servizio erogato da una municipalizzata, come avviene in molte città italiane per quanto riguarda le forniture di acqua, luce e gas. L'idea di una "tariffa puntuale" (in inglese "Pay as you throw", ovvero "Chi inquina paga"), sembra attualmente rimanere sullo sfondo, implicitamente prendendo atto che la disorganizzazione sociale che pervade l'Italia vanifica per ora il proposito di far pagare in base all'utilizzo del servizio. I tentativi normativi di differenziare "virtualmente", attraverso la composizione del nucleo familiare, o il tasso di occupazione degli immobili, la stima della quantità di rifiuti effettivamente prodotti sono in effetti elementi di personalizzazione ancora troppo deboli per spostare l'istituto dall'area del tributo a quella dei corrispettivi. Siamo quindi fermi ad un tributo «di scopo», in cui un utente che svuota la cantina accanto al cassonetto ed il suo vicino che separa scrupolosamente i rifiuti vengono tassati tendenzialmente con gli stessi criteri. Il volume affronta il versante ecologico ed ambientalistico del tema rifiuti e della loro gestione virtuosa in Italia ed in Europa; ampio spazio viene riservato alla questione della corretta determinazione del tributo, degli errori statisticamente più frequenti originati dall'alto grado di tecnicalità della materia e dei possibili rimedi per esercitare il diritto/dovere di pagare il giusto.