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Ogni giorno che mandiamo i nostri figli a scuola ci rendiamo colpevoli della messa in atto di un delitto contro il loro naturale sviluppo cognitivo e mentale, soprattutto dal punto di vista percettivo. Il dramma sta nel fatto che non ne siamo coscienti. Pochissimi di noi sono istruiti sul ruolo e sull'influenza che il colore produce nella nostra vita. Le nozioni in merito che ci sono state fornite sono in buona parte fortemente deviate o errate. La lunga tradizione di sudditanza ai poteri materiali, immateriali e ai mezzi di comunicazione di massa ci hanno definitivamente configurati dal punto di vista cromatico per praticare un approccio inconsciamente autolesionista prima, e criminale poi, quindi in caduta nei confronti di terzi ed in particolare delle nuove generazioni. Nell'edilizia scolastica esistente in questa nazione la scelta cromatica è un fastidioso onere che viene solitamente assunto da soggetti digiuni di ogni nozione di progettazione ambientale, di psicologia della percezione, e soprattutto di colore. Secondo l'autore sarebbe il caso di porre rimedio ai più grossolani errori che quotidianamente sono compiuti da parte di progettisti, dirigenti scolastici, docenti, uffici tecnici e di chiunque mette bocca in un ambito del quale non conosce i contenuti ed i confini. Questo libro è stato scritto per sensibilizzare sul tema del colore delle/nelle scuole tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo della scuola, a cominciare dai genitori, includendo ovviamente tutti i soggetti interessati come coloro che hanno potere decisionale nelle fasi di ideazione, realizzazione, manutenzione, riqualificazione, normazione, e la popolazione che transitando davanti agli edifici pubblici non ne riconosce la funzione e spesso nemmeno la porta d'ingresso.