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A metà dell'Ottocento, l'ingegnere Raynaud scriveva che "l'istituzione delle ferrovie ha fatto nascere un gran numero di edifici di una speciale natura. Sono le grandi stazioni dei viaggiatori, delle merci", edifici che hanno svolto, nel tempo, un ruolo cruciale per la qualificazione e la caratterizzazione dell'ambiente antropizzato e hanno rappresentato un campo sempre provvido di sperimentazione, tanto per le declinazioni estetiche quanto per le espressioni tecniche di generazioni di architetti e ingegneri. Come per ogni architettura, il tema della stazione ferroviaria viene espresso in relazione alle epoche che ha attraversato sotto l'aspetto tipologico e stilistico, per le quali è necessario comprendere quale sia stato lo sviluppo delle specificità e in quali momenti per essa siano avvenute delle svolte epocali. Con tali premesse, il libro si prefigge di fornire una visione di insieme sulle forme e sulle azioni progettuali che hanno riguardato la stazione ferroviaria, dall'era pionieristica sino alle più consolidate modalità espressive e funzionali, attraverso riflessioni focalizzate sul rapporto tra stile e tipo architettonico ed edilizio. Si è inteso definire un'analisi dei caratteri conformativi e costruttivi, per delineare e interpretare il continuo e ricercato equilibrio tra ingegneria, edilizia e architettura.