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Un carro da morto, un killer seriale, dodici vittime già putrefatte, quattro fresche di giornata e, per non farsi mancare niente, due tentativi di suicidio. E in mezzo, loro: due affascinanti scapoli, un poliziotto nero e il suo amico "faccia da schiaffi". Sembrerebbe una sfida impossibile per Lyssa e Dominique, tanto più in un mondo in cui più nessuno ti ama se hai superato di un giorno la trentina. Eppure sederi sodi e smorfiette nulla possono contro il richiamo della fragilità più inerme. Tanto indifesa... Da uccidere. Dominique, riccioli dorati e alluci vanitosi, Lyssa, sibillina maestra di erbe e pozioni, in un casale, in Provenza, attorno a un tavolo, alle quiche e ai farigoule, mettono in moto una screwball comedy in cui si fondono amore e umorismo: la stessa tenera ironia che a ben vedere è il sale del rapporto tra femminilità e virilità anche nella vita. Se in Arsenico e vecchi merletti Kesselring/Capra si interrogavano sulla reale innocenza della società vittoriana, Imogen Barnabas accende i riflettori sugli aspetti letali della cosiddetta fragilità femminile.