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Dal 13 settembre al 18 dicembre 2016 è tornato a Cremona, nelle sale del Museo del Violino, il Messia di Antonio Stradivari. A differenza di tanti violini di Stradivari, è stato suonato di rado: principalmente a questo fattore si deve il suo straordinario stato di conservazione. Lo strumento, tuttavia, oggi non è esattamente nelle sue condizioni originarie: J.-B. Vuillaume, proprietario dal 1855 al 1890, ne allungò il manico, montò una nuova catena, tastiera, piroli e una cordiera in bosso scolpito raffigurante la Natività di Cristo, con il solo scopo di renderlo suonabile, privilegio accordato occasionalmente - e solo in privato-a Joachim, Piatti, Alard e pochi altri. Acquistato in ultima istanza dagli Hill & Sons (1931), il Messia fu donato nel 1939 all'Ashmolean Museum, affinché fosse conservato come "modello dal quale i futuri liutai possano imparare". In occasione dei 300 anni dalla sua costruzione e dell'eccezionale ritorno nella città natale, un pool di storici, liutai e ricercatori ha collaborato alla stesura di questo volume che presenta indagini, ricerche ed esplorazioni storico-scientifiche nuove ed inedite.