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Un'antologia di racconti divertenti, morbosi, crudeli e caleidoscopici, proprio come l'autore, Niccolò Re: Rammaricandoci per la bellezza della sposa, il libro che inaugura la collana Lo Sgargabonzi presenta, è un pasto misto avventuroso e trifolato, straripante personaggi, situazioni, pallonate, Boris Eltsin, Califano, partigiani, Scandinavia, Gianni Bugno. Ogni pagina è un dardo avvelenato scagliato sul carapace di una tartaruga millenaria, un neonato rinviato in tribuna da uno Zoff non più lucido. Un narratore subdolo, vampiresco e manipolatore, nei cui testi non sono le battute e i paradossi geniali che contano, ma lo sguardo allucinato e insieme lucidissimo, la psicologia sottilmente prepotente. Te ne stavi tranquillo sul divano col libro in mano, un attimo dopo sei sul bordo d'un precipizio in punto di fare il grande salto, con Niccolò Re al tuo fianco che ti carezza la testa per dirti che andrà tutto bene. Perché Re è capace di rendere logico l'irreale e scaraventarti su un tappeto persiano volante da televendita che però scopri funzionare: un illusionista, una strana specie di mistico, un demiurgo a cui non può che venire naturale aggrapparci, fino allo schianto paradossale