Tab Article
Una madre ossessionata dal primogenito, un padre per niente affettuoso, un fratello maggiore prepotente, bullismo, sono le componenti principali che fanno crescere la protagonista insicura, inadeguata. Poi i soliti stereotipi femminili, magre, bionde, formose nei punti giusti, praticamente... "perfette", proprio come la bambola preferita da Annamaria, la "barbie". Così giorno dopo giorno si fa largo in lei l'idea di un modello di società in cui per essere amati bisogna essere come le donne che vede in TV. La sua errata valutazione cognitiva la porta a mangiare sempre meno ad essere sempre più metodica, ossessivamente perfetta, fino a cadere nell' anoressia di cui sperimenterà gli atroci e devastanti effetti. Per niente aiutata dalla sanità Partenopea, la quale è totalmente impreparata ad affrontare questa patologia, tragicamente inconsapevole di quante vittime ogni giorno lasci cadere nelle fila del drammatico disturbo. La protagonista, dopo una faticosa consapevolezza di ciò che le stava accadendo, riuscirà a dare uno sprono significativo alla propria vita e a circoscrivere la sofferenza, conducendo finalmente un esistenza "umana", sorretta anche da una fede incrollabile.