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Se c'è qualcosa d'inesprimibile per definizione è lo specifico della scrittura poetica. Essa si nutre di ciò che è di per sé mistero, inspiegabile per definizione, contraddizione, altro rispetto al mondo oggettuale. Il linguaggio stesso si reinventa in funzione di un dirsi dell'indicibile nei modi inconsueti. Reinventare linguaggi o connotare in forma nuova gli stessi oggetti è una sua specificità. La poesia è dirsi dell'indicibile: pertanto può utilizzare ogni espediente per manifestarsi nella parola, nell'immagine, nel senso e nel nonsenso. Tratta un livello altro rispetto al linguaggio comune. Può esasperare tale linguaggio per dare il senso del significante che il poeta vuole esprimere. In questi scritti l'istante e l'eterno si identificano. Il tempo accompagna ogni forma vivente: "Luce e vita, oscurità e morte". Anche l'oltre ("Il qui dell'incontro") abbraccia il tempo e l'eterno, in quanto dimensione dell'anima che tutto accoglie e comprende, "unica dimensione... nella sua pace distesa".