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Per non far dissolvere la memoria di quei visi, ho scritto impressioni ed emozioni su un piccolo Moleskine e ho scattato tantissime foto, perché possano rappresentare il ricordo di ogni singolo particolare di quei paesi, ogni casa crollata, ogni vita distrutta, ogni attimo che fu e non tornerà. Questo è il mio modo di raccontare per lasciare una testimonianza della cultura post-terremoto, perché quella "pre" era la storia di tranquilli paesi e cittadine, con i consueti luoghi di ritrovo, il cinema, la gente sul Corso, i pettegolezzi, le serate estive in Piazza. Solo ricordi in bianco e nero. Ho trascorso in Emilia tre settimane partecipando a una missione di soccorso e i racconti di questo "diario emozionale" nascono dall'osservazione quotidiana di episodi che, per quanto narrativamente romanzati e inseriti temporalmente in maniera non cronologica, accolgono i principi del "reale", con personaggi di fantasia ma "prestati" dalla vita quotidiana, che animano la vita di comunità. La visione degli eventi non risulta pietistica, ma consapevole del dover percorrere un tragitto in salita, costellato da imprevisti e asperità, in nome di un futuro più consapevole.