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Il lavoro presenta una ricognizione critica del pensiero filosofico-giuridico di Giuseppe Prisco, neotomista napoletano (1833-1923) ed, in particolare, del suo contributo alla vaexata quaestio della fondazione del diritto. Il filosofo napoletano formula un'interessante proposta che pone a cardine della filosofia del diritto la concezione del diritto naturale, intesa secondo i canoni tomisti e reinterpretata con originalità e fecondità. Il tema è certamente attuale, considerando la sorta di revival con cui si torna oggi a discutere su questo "oggetto misterioso" dell'orizzonte giuridico, che torna alla ribalta soprattutto nelle epoche di crisi.