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Non ci sono parole per esprimere il dolore. Il dolore, qualunque dolore, è già di per sé una brutta bestia. Se è poi quello per la perdita di un figlio, la bestia è decisamente feroce. Lei invece, l'autrice, le ha sapute trovare, le parole. Pescandole dal più profondo di sé: in quell'assurdo buco nero di desolazione dove in pochi sono in grado di arrivare, e di resistere. La storia di Paolo è anche e soprattutto un meraviglioso paradosso: la storia di un suicidio che l'amore ha saputo trasformare in una, mille resurrezioni.